L’attenzione al respiro

Allenta la tensione del corpo, della testa… allenta cinte o cinture che costringono la pancia… anche se sembra che non ti diano alcun fastidio.

Osserva l’atto della respirazione… l’aria che entra… ed esce dal naso… senza forzare l’azione stessa…

Osserva questa semplice azione laddove la senti piu’ vivida: all’entrata delle narici… oppure dentro il naso… oppure lungo il canale olfattivo… oppure nella pancia…

La tua mente deve essere concentrata sulla respirazione e consapevole dell’atto della respirazione.

Se ti resta difficoltoso seguire il respiro e ti sembra di distrarti in continuazione, rilassati e accompagna la respirazione con le paroline “in” per l’inspirazione… e “out” per l’espirazione: ripetile… ma lascia che se ne vadano piano piano in sottofondo…

Sicuramente, ti distrarrai: non è grave bensì normale e nel momento che te ne accorgi, con gentilezza e senza giudicarti, riporta l’attenzione sul respiro.  In quel preciso istante hai vissuto un attimo di consapevolezza pura.

 

(questo è quanto ho ascoltato dal Maestro Corrado Pensa)

Ogni bene, Sudhammo

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2 risposte a L’attenzione al respiro

  1. bianca scrive:

    Salve a tutti vorrei solo raccontare brevemente quando ho iniziato a praticare Anapanasati. La consapevolezza sul respiro e’ il primo importante step per prendere confidenza col proprio corpo e con la propria mente molto spesso confusa e difficile da gestire se non risponde come vorremmo. Nel mio caso e’ stata terapeutica nella gestione dell’ansia cronica e talvolta degli attacchi di panico da stress. Imparare ad usare il respiro mi ha evitato spesso di ricadere in un vortice scomodo e imbarazzante che complicava tutto.
    Dovevo sconfiggere il battito cardiaco impazzito che era alla base del mio disagio.
    Fluire il sano e defluire il malsano.
    Molto utile anche il mantra Buddho!!!
    Un saluto a tutti nel Dhamma.
    Bianca

  2. Sudhammo scrive:

    quando iniziai la meditazione con l’attenzione al respiro mi sembrò un po’ bizzarra. mi sembrò un po’ “poca”. mi sembrò troppo banale.
    poi una sera presso la A.Me.Co. parlando dell’impermanenza, venne fuori l’accoppiamento del concetto dell’impermanenza stessa con il respiro: adesso c’è… e quando te ne rendi conto è già andato… per sempre…
    rilfettendo bene, anche quei tanti… pochi anni che viviamo sono niente di altro che il tempo di un respiro.
    da quel momento in poi l’attenzione al respiro divenne importante.
    questo concetto… questo parallelismo… non l’ho più sentito da altri maestri. eppure lo ritengo forte, o forse tale xkè mi ha dato modo di capire consapevolemente qualcosa che già c’era e che non vedevo.
    lo ritengo molto importante a prescindere per il solo fatto che una intera “filosofia” o “religione” quale è il buddhismo si basa fondamentalmente su questo semplice movimento come base per l’osservazione di tutto il resto. vi sembra poco?
    questa è stata una mia esperienza… e ve l’ho voluta raccontare così come l’ho vissuta.

    ogni bene, sudhammo

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