dal libro “On Meditaion”
Istruzioni da discorsi di Ajahn Chah
( … segue dalla Meditazione … )
… … … Qualche volta potrebbe sorge qualche dubbio, così devi avere consapevolezza di essere uno che conosce, continuamente seguendo ed esaminando la mente agitata in qualsiasi forma essa sia. Questo è ciò che significa avere consapevolezza. La consapevolezza guarda dall’alto e si prende cura della mente. Mantieni questa conoscenza e non essere senza fiducia o sentirti fuori strada, non importa quale stato la mente abbia preso.
Questo trucco è per avere la consapevolezza che guarda dall’alto la mente. Una volta che la mente è unificata con la consapevolezza, un nuovo tipo di consapevolezza emergerà. La mente che ha sviluppato la calma è presa a tenere questa calma, come un pollo resta dentro il pollaio. Il pollo non è capace di girare fuori, ma può comunque muoversi dentro il pollaio. Non è un problema se cammina avanti e indietro, perchè resta nel pollaio. Allo stesso modo la consapevolezza che c’è quando la mente è consapevole e calma non crea problemi. Nessun pensiero o sensazione prenderà posto dentro la mente calma causando danni o disturbo.
Alcune persone non vogliono sperimentare i pensieri o i sentimenti, ma questo non è giusto. Le sensazioni sorgono dentro gli stati di calma. La mente sta sperimentando entrambe, sia il sentimento che la calma allo stesso momento, senza esserne disturbata. Quando c’è una calma così, non ci sono conseguenze dannose. I problemi arrivano quando il “pollo” esce dal “pollaio”. Per esempio, si può guardare il respiro interamente e lasciarlo e quindi dimenticare te stesso, permettendo alla mente di andare lontano dal respiro, tornare indietro, fuori per le spese o in qualsiasi altro posto. Forse un’ora e mezza passano prima che, improvvisamente, realizzi che supponevi di praticare la meditazione e pensi: “Oh, cosa sto facendo?”. Questo è il momento in cui dovresti essere veramente attento, perchè è come quando il pollo è uscito dal pollaio – la mente lascia il suo stato di calma.
Devi avere cura di mantenere la consapevolezza con la mente aperta e provare a tirare indietro la mente. Sebbene uso l’espressione “tenere indietro la mente” la mente non vuole realmente andare dove vorremmo. Ha cambiato solo l’oggetto di consapevolezza. Fai si da tenere la mente qui e ora. Finchè c’è consapevolezza ci sarà presenza mentale. Sembra come aver tirato fuori ma realmente non è andata da nessuna parte, è semplicemente cambiata un po’. Sembra che la mente vada qui e la, ma nei fatti il cambio avviene nello stesso posto. Quindi, quando la consapevolezza è ristabilita, torna in un attimo. Non torna da chissà dove. Capire che è proprio qui.
Quando c’è conoscenza completa, una continua e ininterrotta consapevolezza sarà presente ad ogni momento, questa è chiamata “presenza mentale”. Se la tua attenzione esce dall’attenzione al respiro per un’altra parte l’attenzione è interrotta. Ogni volta che c’è consapevolezza nel respiro, la mente è qui. Stare giusto con il respiro, e anche per questo, in continua consapevolezza allora hai presenza mentale.
Ci deve essere insieme consapevolezza (sati) e chiara comprensione (sampajanna). La consapevolezza è ricordo, e la chiara comprensione è la stessa consapevolezza. Finora eri chiaramente consapevole del respiro. Questo esercizio di guardare il respiro aiutare la mente consapevole e la chiara comprensione da sviluppare insieme. Condividono il lavoro. Avendo insieme consapevolezza e chiara comprensione è come avere due lavoratori che alzano una palanca in legno molto pesante. Supponi ci siano due persone che provano di alzare qualche grossa palanca, ma il peso è troppo alto, devono faticare troppo forte, e forse sarebbe impossibile. Quindi un’altra persona, piena di buona volontà, vi vede e vi aiuta. Allo stesso modo, quando c’è consapevolezza e chiara comprensione, allora la saggezza sorge allo stesso modo per aiutare. Quindi tutte e tre si supportano a vicenda.
Nella consapevolezza ci sarà una comprensione del senso delle cose. Per esempio, durante la meditazione, il senso delle cose è sperimentato e dar luogo a sentimenti e stati d’animo. Potresti iniziare a pensare ad un amico, ma quindi la saggezza immediatamente ti appunterebbe: “Non importa”, “Fermati”, oppure “Dimentica”. Oppure se ci sono dei pensieri circa dove andrò domani, allora la risposta potrebbe essere: “Non mi interessa, non voglio sapere di me con queste cose”. Forse inizierai a pensare ad un’altra persona, quindi penseresti: “No, non volgio essere coinvolto”. Questo è come ti trovi coinvolto con i pensieri, durante la meditazione. Riconoscere ciò come “non è sicuro”, non sicuro”, e mantieni questa tipo di saggezza.
Devi rininciare ai pensieri, il dialogo interno e l’essere dubbioso. Non farti prendere da queste cose durante la meditazione. In fine tutto ciò che rimarrà nella tua mente – nella sua pura forma – sarà consapevolezza, chiara comprensione e saggezza. Ogni volta che queste cose si indeboliscono i dubbi sorgeranno. Prova ad abbandonare questi dubbi immediatamente, lasciando solo la consapevolezza, la chiara comprensione e la saggezza. Prova a sviluppare la mente aperta come puoi, finchè riuscirai a mantenerla tutto il tempo. Quando comprenderai consapevolmente, la chiara comprensione e la meditazione saranno profondi.
Focalizza l’attenzione su questi punti e vedrai la consapevolezza, la chiara comprensione e la mente concentrata e la saggezza tutti insieme. Se sei attratto o respinto dai oggetti sensoriali esterni, sarai capace di dirti: “Ciò non è sicuro”. In altro modo saranno ostacoli ad essere spazzati via finchè la mente sarà pulita. Tutto ciò che rimarrà sarà la mente chiara, la chiara comprensione, la consapevolezza, la concentrazione, una mente incrollabile e tutto intorno la saggezza. Come inizio non dirò altro su questo argomento della meditazione di consapevolezza.
Ogni bene, Sudhammo
Agli inizi… nei primi periodi di avvicnamento alla meditazione di consapevolezza ero pieno di dubbi; non riuscivo a concentrarmi e la maggior parte del tempo la spendevo proprio alla ricerca della concentrazione. Piano piano… neanche tanto direi… piuttosto direi con costanza e determinazione continuai, essendo convinto nel mio intimo che quella poteva essere la strada che avevo sempre cercato fin da giovanissimo.
Ne è passato di tempo, e quando rincontro i miei vecchi amici o conoscenti di 20 anni fa mi dicono che sono cambiato: meno capelli, forse, ma quello che traspare ai loro occhi è un dicerso atteggiamento generale, ritenuto di migliore aspetto.
Eppure il cambiamento che è avvenuto in me è stato frutto di quel day-by-day, istante per istante che non ha lasciato alcuna traccia visibile all’istante, ma ha tracciato un bel solco nel tempo di questi 18 anni.
Ho scritto questo per confortare e per sostenere quelle persone che si ritengono ancora dei “principianti” o delle persone “dubbiose” o “piene di ansia” da risultato: il consiglio che mi sento di dare è di scegliervi un valido maestro (e qui nel sito ne trovate traccia) e di lasciarvi andare agli insegnamenti, ma soprattutto alla pratica della meditazione. Soprattutto all’inizio, soprattutto alla meditazione formale quotidiana, curando quella ricerca della “mia mezzora dedicata alla pratica”.
Non cercate o trovate scuse, e difendete questo tempo da altre distrazioni: fate finta che sia una cura che vi ha prescritto il vostro migliore medico. Ricordate che state curando il “più intimo di voi stessi”.
E, sono certo, che tra 18 anni qualcuno dirà che vi vede diversi, migliorati, e voi saprete che sarà stato il frutto di tanta pazienza e costanza, che vi avrà aperto alla vita consapevolmente.
Ogni bene, Sudhammo