Una cosa che mi è sempre piaciuta del Buddhismo – fin dai primi approcci – è che con poche parole semplici riesce ad evidenziare la vera natura che è in noi, quella che ogni uomo ha celata nel proprio intimo, sempre presente, lievemente celata come da uno strato di nebbia.
Il Buddhismo sono i nostri fari fendinebbia… è il sole che fa capolino tra a nebbia… che la dissolve… e ci mostra quella che è una bella giornata di sole, luminosa, calda.
La “vera natura” che è in noi è ben descritta dai Cinque Precetti; è una natura semplice, dettata da regole di “buon senso” prima che da regole dogmatiche.
E già, il buon senso… questa caratteristica dell’animo umano che delle volte sembra estinta. Ma il buon senso da solo non è sufficiente per andare nel profondo del nostro essere.
E allora sorgono spontanee alcune domande…
- Quale è il valore aggiunto che il Buddhismo porta nel rispetto dei Cinque Precetti, e nella ferma intenzione che ogni persona che si definisce buddhista dichiara di voler rispettare?
- Perchè c’è bisogno di ribadire questo impegno sul rispetto dei Cinque Precetti?
- C’è, forse, un valore più intrinseco e più profondo della semplice enunciazione dei Cinque Precetti?
- Come la meditazione ci aiuta nello sviluppo dei Cinque Precetti?
Abbiamo domande sufficienti alle quali dare delle risposte, che possono venire da esperienze della nostra propria vita.
Ogni bene, Sudhammo
CORRETTA SESSUALITA’
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mi resta difficile scrivere un commento su questo precetto: forse xkè sono sempre stato molto fedele alla mia fidanzata, moglie, compagna… chiunque essa sia stata.
diciamo che con una alta probabilità sono quasi sempre stato lasciato…
anche per quanto riguarda i rapporti sessuali ho sempre dato molta attenzione al rispetto per la mia compagna…
forse, come dice ajahn sumedho, sarò stato banale… ma credo allo stesso momento che la mia anima gemella ne sia compiaciuta di tutto ciò… o di così poco da raccontare…
una cosa devo però farvi partecipi: quelle ragazze che vedo ogni sera sulla salaria che si prostuiscono… per pochi soldi… devo ammettere che mi fanno una grande pena, sia che siano costrette sia che lo facciano sapendo cosa stanno facendo. non riesco a dare una spiegazione consapevole allo svendere la propria dignità di essere umano… per 10 minuti di piacere fisico… full stop.
ogni bene, sudhammo
RABBIA…
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bianca scrive: ” … la rabbia e’ decisamente diminuita … ”
cara bianca… avremo modo di riparlarne approfonditamente quando arriveremo a parlare proprio della “rabbia”… questo sentimento accecante… ho delle cose scritte da proporre… avremo un blog dedicato alla rabbia nel quale scaricare tutta la rabbia che portiamo dentro…
alla fine dovremo cambiare la testiera… :-)))
ogni bene, sudhammo
“NON PRENDERE CIO CHE NON TI E’ STATO DATO”
Condivido pienamente! A volte vorre buttare il televisore nella spazzatura ma sarebbe come negare, ignorare quello che accade nel mondo. Anche i fatti di cronaca dimostrano quanti esseri senza consapevolezza si prendono la vita degli altri. Lo scorso anno e’ stato testimone di tanta crudelta’.
La grecia L’Italia, la nave concordia….. si lucra anche sulle disgrazie
girano e vengono manipolate cifre impronunciabili! e a torto o a ragione non sta a noi il giudizio, si distruggono vite, reputazioni, romanzando, infiocchettando e dando in pasto ai media che espongono con filmati e interviste l’essenza piu intima di una persona. Si inizia da zero e si finisce se mai finisce al capitolo50. Correndo troppo inevitabilmente ci scontreremo bruscamente!
Bianca
Caro Sudhammo per quanto riguarda il precetto di non uccidere, dal tuo commento come ben espostodal testo di ajahn Sumedho, dirti che sono per la pace e gli orrori delle guerre, le armi sono mezzi che abolirei se potessi!
Gli altri modi di uccidere si a volte involontari e quotidiani. Come tutti, si certo ho degli esempi ma uno in particolare che mi riesce difficile esporre, perche dovrei evidenziare la persona e con coscienza non mi va di metterla in piazza! Provo se riesco ad esprimermi metaforicamente per non lederne la sensibilita’. Ovviamente e’ una parentesi dolorosa della mia vita che ancora non sono riuscita a lasciare andare e non mi nascondo nel dire che c’e ancora tanto rancore, una cosa che talvolta persiste a saltar fuori, ahime’! e anche se la parola non e’ bella , rinfaccio, nonstante i tentativi di lavorarci su! Ero in serie beghe chiamiamole cosi di salute circa 2 anni fa con estremo bisogno di supporto morale e anche fisico, ho dovuto accettare cio che mi stava capitando reagire, tirarmi su, imbottirmi di farmaci e come dicono gli anglo sassoni, the show must go on, far finta di nulla, senza ascoltarmi ne dedicare il tempo necessario che questa cosa richiedeva. Ho in poche parole ricevuto un rifiuto che non poteva non doveva essere! 3 lunghi mesi in solitudine chiedendo, aspettando qualcosa che non e’ mai arrivato! E proprio onorando l’amore sono andata avanti, sono tornata qua xche mia figlia non meritava risentirne, ma qualcun altro forse…….Quindi si ho e talvolta uccido perche la ferita e’ aperta, e il peso irrisolto che ho dentro lo faccio pesare, facendo a mia volta del male, uccidendolo!
Per il resto non riesco a far male neanche ad una mosca, sono pure vegetariana? ma mi sbrano il familiare.
Ho raccontato questa storia senza ipocrisia cosi com’e, la rabbia e’ decisamente diminuita ma non del tutto risolta.
Metta!
Bianca
NON PRENDERE CIO’ CHE NON TI SIA DATO
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poco fa, ascoltavo il tg… e le notizie del disagio sociale in grecia mi facevano pensare sia a questo precetto… sia anche al primo precetto… di non togliere la vita ad altri esseri…
quanta responsabilità hanno le potenze economiche del mondo?
è giusto che un popolo soccomba sotto il peso di una crisi economica che non ha voluto?
è giusto che mezza grecia non riesce a lavorare, e chi aveva un lavoro lo perderà nei prossimi giorni?
e poi… senza andare troopo lontano oltre il mare… questi sono anche problemi che abbiamo fuori dell’uscio di casa…
ma è proprio così giusto che si debba essere solo… e solamente… mirati al consumismo sfrenato e che ci dicano che vivremo bene solo se continuiamo a correre sempre più forte?
ma siamo sicuri che a forza di correre, non si finisca per dare una musata dentro un palo o sfondare un muro?
credo che questi fatti siano eticamente scorretti, e avallandoli ci rendiamo correi, consapevoli di non riuscire a stare in armonia con questi due precetti.
è solo un mio malessere oppure c’è qualcuno che lo condivide?
ogni bene, sudhammo
NON UCCIDERE
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questo è il primo precetto.
come dice ajahn sumedho nella sua versione “grossolana” nessuno di noi uccide…
durante un intensivo si parlava di questo precetto… e si asseriva che se nel mondo intero si rispettasse unicamente questo precetto nella sua interezza allora ci sarebbe certamente un mondo diverso, molto diverso…
pensiamo solo per un attimo alla enorme quantità di guerre che sono in essere… all’economia basata solo sulla produzione di armi e meccanismi vari siano essi attivi o passivi…
se tutto ciò non esistesse, oltre a non uccidere nessuno, ci sarebbe una quantità di denaro e risorse varie per dare un senso diverso alla qualità della vita di milioni e milioni di persone.
poi… ci sono altri “modi” di uccidere… e questi sono molte volte più subdoli, più nascosti, delle volte addirittura “involontari”…
soffermiamoci per qualche istante solamente a pensare in che modo si riesce a uccidere semplicemente con i nostri modi di fare, di pensare, di parlare, di essere e di agire… magari proprio contro quelle persone che si amano di più… e troppe volte anche in onore di questo amore…
qui ovviamente mi sto riferendo alle relazioni tra persone, siano essi conoscenti, amici, familiari più o meno stretti…
esempi? credo che ne avremmo decine e decine da raccontare…
avanti il primo…
ogni bene, sudhammo
OT
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oltre a varie email ricevute questi giorni ho notato qualche messaggio “particolare” che qualcuno di voi ha scritto nel piccolo spazio dedicato alla ricerca di una “parola”, o di un “termine tipico”, o cmq di un oggetto di ricerca.
questi utilizzando tale spazietto mi ha fatto arrivare questi messaggi:
– sabato: sarebbe infatti terribile se noi trovassimo soddisfazione nel mondo dei sensi, perché allora non cercheremmo di trascenderlo
– domenica: compassione invece di rabbia
– lunedi: la panchina romanzata
– oggi: 8 gennaio… come ra la luna? (ma su questo avrei qualche dubbio che possa essere la stessa persona)
anche nelle settimane scorse ho notato strani o particolari argomenti di ricerca…
se la mia supposizione è corretta, perchè non utilizzi il blog per esprimerti meglio? questo metodo utilizzato è sicuramente sinonimo di una persona particolare…
e allora… hai la possibilità di esprimerti meglio e in modo più articolato… fatti vivo…
ogni bene, sudhammo
CONDIVIDO PIENAMENTE
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claudio scrive: ” … beatitudine meditativa una droga … ”
si, ne sono convinto anche io. e questo viene evidente quando si sentono persone che dicono di vivere bene se e solo se riescono a meditare e solo unicamente in quei momenti. questa è dipendenza bella e buona…
un po’ più difficile vedo praticare mentre ci si imbatte nelle avversità della vita quotidiana… quando ci si sente come se stessimo leggendo il manuale di sopravvivenza…
sono certo e convinto… e sperimentato personalmente… che in questi casi la pratica tira fuori tutta la sua forza… dandoci un sostegno che non ci saremmo mai aspettato…
credici… mi è capitato… ma il bello per te sarà solo che “sperimentarlo”!
ogni bene, sudhammo
UN BICCHIERE DI VINO O UNA TAZZA DI THE’…
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bianca scrive: ” … un bicchiere di vino non confonda la mente … ”
non credo che sia una questione di “liquido”… quanto una questione di “condivisione”…
questo, in effetti, è il precetto che non riesco a rispettare fino in fondo: non bevo nessun tipo di alcolici o super alcolici. non bevo vino abitualmente durante i pasti quotidiani.
ma quel bicchieretto di quella bottiglia che conservavo da tempo in attesa di condividerla con qualcuno al quale si tiene… beh… non sono certo che si possa dire di aver rotto il precetto.
è la condivisione che aggiunge valenza al liquido che amalgama le persone assieme, e ne favorisce l’interscambio emozionale. sarà sofferenza anche questa? probabile… anzi certamente… ma sono quei momenti di piacere di stare insieme che fanno bene all’animo.
sarebbe come se qualcuno offrisse ai monaci della carne: tempo fa durante un intensivo ammisero che in questo caso verrebbe comunque accettata e consumata, nel caso in cui non ci fosse alternativa.
è ovvio che il bicchieretto di vino rosso ha sempre un’alternativa… non bevo o mi attacco alla cannella del rubinetto…
però… resta questo mezzo precetto che non riesco a tenere…
ogni bene, sudhammo
Il dogma cristiano, vuoi o no ce lo portiamo addosso. Ne ho discusso tante volte con l’amico Sudhammo, riportando esempi che ci hanno rappresentato per presentarci nel blog! Io sono astemia e penso si, forse un bicchiere di vino non confonda la mente ma se si parla di una cannaallora non credo sia la stessa cosa. Penso ponga la mente in uno stato confuso, lasciando degli effetti x un po’. Non mi sento di paragonare queste due cose con la meditazione, volta al raccoglimento silenzioso iniziale della menta, continuando investigandola un po di piu nel profondo, nell intento di riportarla alla calma e alla tranquillita. Nella misura in cui siamo capaci di sostenerla. E’ solo un opinione per esprimere il mio punto di vista! nel dhamma. Bianca!
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credo che il motivo di queste resistenze siano da ricercare nel concetto critian-cattolico che, pur non volendo, ci portiamo addosso, i comandamenti 10 imposizioni compartamentali invece che dieci suggerimenti per liberare la nostra mente (per chi ci crede anima) da quegli inquinanti che l’allontanano dall’equanimità;riguardo al quinto precetto credo che bisognerebbe porre l’accento non tanto sulla sostanza ma sull’uso che se ne fa della stessa, nel senso che la mente può rimanere sobria anche dopo un bicchiere di vino o una canna e può invece perdere la sua sobrietà se, per esempio, facciamo della beatitudine meditativa una droga
I CINQUE PRECETTI
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alcuni amici… parlando con loro circa i precetti… mi dicevano che non sentono il bisogno di dover tenere fede a delle regole previste… scritte… come fossero dei comandamenti… come fossero delle proibizioni…
questo è un errore di fondo che fa calare sugli occhi una benda nera molto spessa: nessuno vuole proibire, nessuno vuole comandare.
prendere i cinque precetti è dare seguito ad uno “stile di vita” nel quale abbiamo riposto “fiducia” che possa dare dei risultati positivi sia personali che rispetto a chi è intorno a noi.
seguirli con la giusta consapevolezza, sviluppano quella sensibilità che molte volte vorremmo che altri avessero verso di noi…
ecco un punto interessante: dare ad altri gratuitamente quella gentilezza che vorremmo ci fosse data…
ogni bene, sudhammo
COME HO IMPOSTATO IL BLOG?
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scrive bianca (ma anche claudio): ” … Vorrei sapere anche io dove sono gli altri commenti, forse pubblicati in altri blog che non riesco a trovare … ”
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avevo iniziato pubblicando gli articoli, sollecitando la discussione articolo per articolo…
ma mi sono accorto che era una dispersione di commenti… pochi commenti su molti articoli…
così era come non commentare nulla, perdendo il filo di qualsiasi discorso…
allora ho chiuso tutti i commenti agli articoli, aprendone solo pochi… pochissimi… diciamo quei tre che potete trovare nella sezione “BLOG”.
così, sia attraverso il menu, sia attraverso gli articoli più commentati che si trova sulla destra dello schermo, è possibile leggere tutti i commenti organizzati per argomento.
finora sono tre: presentiamoci, un altro legato alla 1° nobile verità, un altro legato ai cinque precetti… che sarebbe questo.
sto legando gli articoli ai blog, attraverso dei link… così, leggendo un articolo e accendendosi una lampadina di raccontare o di dire qualcosa si riesce a scrivere nel posto giusto… nel blog giusto attraverso il link “<
Certamente la retta parola come nell ottuplice sentiero. Non danneggiando gli altri parlandone in modo scorretto e offensivo alle loro spalle ma onestamente saper usare un linguaggio gentile che sia sentito dentro di noi con sincerita’, e questo atteggiamento porta buoni risultati fecendoci sentire bene. Chi abbiamo di fronte va influenzato positivamente, come vorremmo lostesso per noi.
Appunto Metta come benevolenza amorevole estesa a tutti gli esseri anche a chi non ci va talvolta a genio e Panna come conoscenza delle cose cosi come sono. Una scelta coscente come scrive Sudhammo, e quando a volte,perdiamo l autocontrollo saperlo recuperare.
Vorrei sapere anche io dove sono gli altri commenti, forse pubblicati in altri blog che non riesco a trovare.
Metta a tutti voi
Bianca!
IL BUON SENSO NON BASTA…
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la domanda impostata dal blog era ovviamente provocatoria.
il “buon senso” è certamente sifficiente per quel rispetto dei conque precetti che ajahn sumedho definisce “grossolano”.
per chi intraprende un percorso di vita buddhista il solo buon senso non è sufficiente… e non c’è bisogno di sforzo particolare per rendersene conto: dopo anni e anni di meditazione, sui vari oggetti di meditazione, si acquisisce quella sensibilità sempre più profonda che mette strati di buon senso uno sull’altro… come fossero dei fogli di carta…
foglio dopo foglio… costruiremo la nostra risma…
osservandoci dopo un certo tempo, ci renderemo conto che il nostro buon senso si è affinato… è cresciuto… è diventato più attento… si è trasformato in attenzione consapevole dei fatti che ci girano intorno… ci fornisce sempre la migliore soluzione alle problematiche senza essere trascinati nel baratro della disperazione o dell’euforia.
ogni bene, sudhammo
IL LIBERO ARBITRIO
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continuando quando asserisce claudio e bianca… ciò che è alla base del buddhismo è certamente il “libero arbitrio”.
questo punto di vista è ciò che mi ha sempre affascinato: molti anni fa, parlando con una cara persona, quando ancora non avevo fatto la mia scelta buddhista, sostenevo che nessuno al di fuori di se-stessi potrà mai essere il migliore giudice… forse la parola giudice è troppo forte, ma il concetto è che non c’è bisogno di una entità sovranaturale che sia esso stesso “il giudice”.
questo concetto, però, è molto difficile da seguire, in quanto ha bisogno di un autocontrollo che non è normale da trovare nella “normalità” delle persone: questo autocontrollo è infatti strettamente dipendente dalla “sensibilità” alle cose che la vita ci mette di fronte, e che viene guidato da quel “sentire” interno che è naturale.
poi, arriva il libero arbitrio… che molti confondono con la libertà: esercitiamo il libero arbitrio quando operiamo delle scelte, quelle scelte che marcano il sentiero della nostra vita, che ci guida per un certo tempo significativo.
quindi può avere effetti positivi o negativi: la cosa importante che ci deve essere alla base del libero arbitrio è “la scelta cosciente” che si opera in quel momento. se si è coscienti… consapevoli… della decisione raccoglieremo i frutti che avevamo sperato… ma se questa consapevolezza manca saremo come delle foglie secche in balia della tramontana…
ogni bene, sudhammo
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forse ho capitocome funzionaè uno spazio unico e non per argomenti, il terzo precetto l’ho sempre inteso oltre al nonfare falsa testimonianza o dire bugie, inmodo molto più ambio accostandolo alla retta parola dell’ottuplice sentiero,quando ci relazioniamo con gli altri dobbiamo sempre tener presente che quello che andiamo a dire influenzerà l’ltro e allora la nostra parola oltre ad essere vera deve anche indirizzare verso metta e panna,il nostro dire non deve scatenare nell’ascoltatore movimenti che gli facciano perdere quella pace dell’ “anima” che tutti noi dovremmo avere
scusa ma dove sono le altre sei
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Giusto, Claudio. Il Buddhismo non e’ imposizione, il Buddha lo ha sperimentato attraverso l’illuminazione, lasciando in eredita’ all’umanita’ i suoi insegnamenti. Il rispetto dei 5 precetti credo ci renda piu riflessivi e consapevoli e la comprensione di essi fa si che non vengano infranti compiendo brutte azioni. ajahn sumedho riferendosi al precetto di non uccidere sull articolo pubblicato un paio di giorni fa racconta come Bangkok agli occhi del mondo, sia ormai considerata meta x lo sfruttamento della prostituzione, il piu delle volte minorile ‘aggiungo’! sri lanka e’ da sempre terra buddhista dove si infrange il precetto di non assumere bevande alcoliche, bevono tuac meglio conosciuto come arrak ottenuta dalla linfa fermentata delle palme a tasso alcolico altissimo. 8 uomini su 10 ne bevono fino ad uccidersi. Viene spacciato clandestinamente nella giungla x 2 soldi. solo le donne lavorano e hanno l obbligo di mantenere i mariti molto pigri. Le regole si infrangono ovunque senza eccezione alcuna x i paesi Buddhisti
Moralismo rigido…..?
Impegno nel rispetto di tutto e di tutti, a partire da noi stessi.
Non so se il buon senso possa dissolvere le nebbie ma usiamolo.
da Dubai Con Metta.
Bianca.
ciao!
ritengo che il buddha non abbia mai voluto “imporre” una via ma, avendo avuto una visione sicuramente più profonda della nostra, ci abbia indicato un atteggiamento che fosse, diciamo, le fondamenta per far si che questa esperienza “umana” fosse esperita con più consapevolezza ed apertura verso l’accadente, mi sembra naturale che queste cinque regole compartamentali aiutino la nostra mente ad non avere diciamo sbandate “emozionali” mi ricordo che mahapanyo mi disse qualcosa di simile riguardo il Vinaya e la vita monacale, riguardo le domande poste mi viene da rispondere attingendo da quanto l’ajahan Sumedho scrive riguardo al secondo precetto quando dice che il non rubare , oltre a indicare il non appropriarsi delle cose altrui, ci invita ad avere rispetto si fisico che mentale non invadendo lo spazio altrui…ecco credo che i cinque precetti ci possano essere di aiuto anche in questo ciao claudio