Ti ho fatto tana…

“Non capisco perchè proprio a me doveva fare ciò…”
forse è solo risentimento

“Dopo aver fatto tutto il lavoro da sola, è stata solo lei a prendere il premio…”
forse è solo invidia

“Ma guarda questo deficente che mi deve tagliare la strada…”
forse è solo rabbia

“No, purtroppo non ce la potrò mai fare… ”
forse è solo mancanza di fiducia

“Wow… che giornata fantastica insieme a te; vorrei non finisse mai… ”
forse è solo felicità passeggera

“Non è possibile che mi vada sempre tutto storto…”
forse è solo lagnanza continua

“Uffa… che noia questa fila interminabile…”
forse è solo impazienza

“Mmhhh… quanto vorrei darle un bacio…”
forse è solo desiderio

“Accidenti, non merita tanta fortuna; spero che gli finisca presto e male…”
forse è solo malevolenza

“Oggi niente meditazione… niente di tutto ciò…”
forse è solo torpore

“Non vedo l’ora che arrivi domani per andare al mare…”
forse è solo eccitazione

“Non sarò mai un buddhista perfetto…”
forse è solo un dubbio

Cara “sofferenza” ti ho fatto tana…
ti ho riconosciuta…
non potrai più celare il tuo volto dietro le tue varie maschere…
ho visto il tuo vero volto…
ti riconosco nelle tue innumerevoli sfaccettature… 
non ti temo…
vai, anche tu hai bisogno di esistere…
vai, ti ho fatto tana…

 

Ogni bene, Sudhammo

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24 risposte a Ti ho fatto tana…

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  3. Sudhammo scrive:

    UN ANNO COME UN RESPIRO…
    ==================================
    ” … l’anno che sta arrivando tra un anno passerà …
    … e mi sto preparando …
    … è questa la novità … ”

    è buddhista questo verso…
    è universale questo verso…
    se sostiuissimo la parola “anno” con “respiro”…
    avremmo ciò che il buddha e i monaci sostengono nei loro insegnamenti:
    ” … l’essenza della vita è il prossimo respiro … nulla di altro … ”

    ogni bene, sudhammo

  4. bianca scrive:

    La Morte, imprigiona la nostra mente, nella sua oscurita’. Appesi ad un filo
    al suo solo pensiero, consapevoli che esiste. Chi non la teme per stesso e per i propri cari? Penso, nessuno. La temiamo, ci fa paura e rapportandoci con essa, siamo tutti lontani dal lasciare andare!
    La vita non ci basta mai!
    Con Metta
    Bianca.

  5. Sudhammo scrive:

    EVENTI SPIACEVOLI, EVENTI PIACEVOLI
    =================================

    marcello,
    hai ragione… quanto hai ragione…
    ho riflettuto su quanto hai scritto e la mia opinione è che di fronte allo spiacevole ci viene più naturale il “lasciare andare” proprio in virtù che non ci piace e cerchiamo rifugio nel lasciare andare, ipotizzando che così facendo se ne vada più presto possibile…
    mentre ci piace gongolarci nel “piacevole” proprio xkè piacevole… e non vorremmo che se vada via… o che durasse più a lungo possibile…
    credo che sia psicologico questo atteggiamento, e del tutto naturale e umano.
    l’impegno richiestoci dalla pratica nel riconoscere e praticare il “lasciare andare” dovrebbe coinvolgere sia lo spiacevole che il piacevole. non dirmi che sto facendo il professore: anche io non sono perfetto in questa pratica e riconosco i miei piccoli limiti… ma cerco di mettere attenzione ai fatti che mi capitano e di osservarli come non fossi coinvolto e tento di lasciarli andare per quel che sono: dei fatti.
    delle volte va bene, delle volte un po’ meno.
    ma sono convinto che l’importante sia avere la mente ricettiva e aperta all’osservazione, pronta ad esercitarsi nel lasciare andare.
    c’è dell’altro nel prox articolo sempre sul lasciare andare…
    avremo modo e tempo di tornarci sopra.
    ogni bene, sudhammo

  6. marcelloviv scrive:

    Lasciare andare.
    Volevo fare una considerazione relativamente al vostro bell’articolo sul lasciare andare: nel corso delle giornate è facile imbattersi in eventi spiacevoli ed è possibile – non certo per tutti, ma sicuramente per i più significativi – cercare di lasciarli andare, ricorrendo non al giudizio (è colpa mia; è colpa sua..) bensì all’equanimità. Il discorso si complica se, invece, ci imbattiamo in eventi piacevoli. Mi capita raramente di soffermarmi con equanimità su di loro, piuttosto posso contemplarli per crogiolarmi in essi ma difficilmente per lasciarli andare. Altro discorso in caso di un attaccamento frutto di un’insoddisfazione, mi spiego: qualcosa mi piace, non riesco ad averla; sono ad essa attaccato, lasciamola andare. Ma le sensazioni puramente belle – per tutti l’esempio della compagnia dei propri cari – non riesco a valutarla se non come semplice fonte di soddisfazione. Bel problema!
    Con Metta.
    Marcello

  7. Sudhammo scrive:

    LUCIO DALLA
    ===================================

    ” … a modo mio, avrei bisogno di carezze anch’io …
    … a modo mio, avrei bisogno di trovare dio …
    … a modo mio, quello che sono l’ho voluto io … ”

    sono passati 40 anni da questa canzone… avevo 15 anni… e ieri sera sentendo che lucio non è più con noi ho esclamato “NO…”, rivivendo in un attimo attraverso tutte le sue canzoni anche i miei ultimi 40 anni…
    in un attimo mi sono accorto che l’aspettativa di vita si è dirotta a meno di alcune decine di anni… anzi forse neanche più il plurale si deve usare…
    in un attimo ho sentito l’attaccamento alla vita che ti sfugge tra le dita come la sabbia del mare…
    in un attimo ho sentito “un cane” che mi mordeva lo stomaco…
    in un attimo ho sentito quanto sia difficile il lasciar andare sul pensiero della morte…
    in un attimo ho capito che il sentiero del dhamma che ho intrapreso è appena all’inizio…
    in un attimo ho capito che la strada è ancora tanto lunga…
    a presto lucio…

    ogni bene, sudhammo

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  10. bianca scrive:

    Mi siedo sulla panchina oggi per raccontarvi il mio incontro di ieri con la sofferenza. Un attimo di attenzione al respiro che si calma e…………
    Cara sofferenza, anche tu hai bisogno di esistere, ti incontriamo ogni giorno, ci scontriamo ogni giorno con alcuni aspetti di Tana, nel mio caso
    impazienza che l’episodio terminasse al piu presto, alla continua lagnanza non giustifocata( a parer mio) di una mia collaboratrice e torpore per la quantita di proliferazione che aveva rapito la mia lucidita’. Nell arco della giornata ho pensato all’equanimita’, e al rispetto per me stessa, ognuno di noi se lo deve, alla dignita’ della mia condotta. Se non sono stata ripagata con la stessa moneta, con umilta’ ne prendo atto, mettendomi in discussione accettando che la partita si svolge sempre al 50%.
    Quindi ieri ci siamo viste come in uno specchio virtuale in Tana!
    Il mio modo di essere e di rapportarmi con tutti gli esseri e’ di estrema chiarezza ed onesta’ molto spesso tutto cio’ non ripaga e ti ricongiunge a
    Dukkha! Con Metta.
    Bianca

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  12. Sudhammo scrive:

    DHAMMA OVUNQUE
    ===================================
    bianca scrive: ” … Raccontiamo ogni cosa che interessi o meno a chi la legge … ”

    xkè il dhamma è ovunque e in ogni momento… con tutti, sia simpatici che antipatici…
    lo abbiamo sempre a portata di mano… basta riconoscerlo…
    tana… gli abbiamo fatto tana…

    ogni bene, sudhammo

  13. bianca scrive:

    ESTERNAZIONE!!!
    Caro Sudhammo, aldila della filosofia di vita che ci unisce, scorgo tra noi la comune passione per la scrittura. Raccontiamo ogni cosa che interessi o meno a chi la legge.
    Eppure non facciamo i mantenuti, lavoriamo, abbiamo famiglia, animali…..ma troviamo un sacco di tempo per farlo, xcio’ ho pensato questo! Adesso mi metto a lavorare senno mi devo mandare la lettera di licenziamento, qua la domenica e’ come il lunedi per voi. Tutto alla rovescia da ste parti.
    Buona giornata amico mio.
    Bianca

  14. bianca scrive:

    Caro Sudhammo lo ha solo salvato, nessun precetto rotto, hai domandato e ti e’ stato detto se volevi di prenderlo, non lo hai rubato!
    Salvato da una fine certa!
    Coinvolgimento emotivo assecondato, forse come me hai immaginato cosa gli sarebbe capitato! Solo un grande gesto d’amore
    You did the right thing!
    Metta. Bianca

  15. Sudhammo scrive:

    DOGS & CATS
    ================================
    esattamente quattro mesi fa, durante una passeggiata pomeridiana a fara sabina, percorrendo la strada del belvedere che porta alla vista sul terminillo, costeggiando un cortile scosceso lungo la scarpata del colle, vediamo alcuni animali da cortile, tra cui caprette, due pecore, delle galline, un galletto, due cagnoletti legati a catena, un gattino beige e bianco… piccolo… ma veramente piccolo…
    tempo di farsi notare facendo un finto miagolio e il gattino inizia a correre su per salita del cortile… passa attraverso un buco della rete e inizia a strusciarsi facendo delle fusa forti…
    stava dentro il palmo di una mano. aveva il pelo ispido e puzzolente di capra: aveva anche quattro buchi poco cicatrizzati, risultato di alcune beccate delle galline. secco… secchissimo… ma tanto puzzolente.
    lo prendiamo, lo carezziamo, e le fusa vanno a go-go… non si riesce neanche a distinguere il sesso quanto è piccolo.
    lo rimettiamo dentro il cortile, sopra il tetto di un piccolo ricovero… ma appena lasciato ripassa dentro il buco della rete e ci ritorna intorno. avevo notato delle persone poco prima.
    prendo il gatto vado da questi e chiedo di chi sia il gattuccio: mi rispondono che se amo le bestie di portarlo via senza troppi pensieri… xkè la persona che cura il cortile non è un amante delle bestie… anzi…
    in più era fine ottobre, e l’inverno a fara sabina messa ai quattro venti è duro da passare.
    mi confermano di portarlo via… così faccio…
    speravo fosse una femminuccia… l’avrei chiamata “fara”… ma è un maschietto… era un maschietto… quindi si chiama “fufo”.
    è felice, non puzza più, il pelo è lucido, le fusa vanno sempre a go-go…
    ho rotto qualche precetto? may be… ma forse ne ho aggiustato qualche altro… may be…

    ogni bene, osvaldo

  16. bianca scrive:

    Il 19 febbraio ho trovato un cane mentre ero a passeggio nel deserto con il mio cagnolino. Mi e’ corso incontro felice, mi avvicinava dolcemente a se con le zampe. Mi accorgo che ha a doppio giro intorno al collo un filo elettrico, che ho immediatamente rimosso. Lo porto alla clinica veterinaria per vedere se ha il microchip e ricongiungerlo cosi al suo proprietario, risultato cane senza identita’! Me lo porto a casa e inizio a mandare mails a tutte le associazioni dog rescue presenti in citta’ e degli altri 6 emirati arabi! Nessuna risposta, non lo vuole nessuno! L’ho chiamato Tantra un cucciolone di circa 6 mesi!
    Ho provato risentimento e rabbia per chi lo ha abbandonato, e per un attimo immaginato il filo elettrico al collo di quell’individuo che ritengo una brutta persona! Desiderio di tenerlo con me!
    L’alternativa e’ portarlo ai canili della municipality dove verrebbe soppresso!
    Beh, la famiglia si e’ allargata, benvenuto a casa Tantra!
    Con Metta.
    Bianca.

  17. Sudhammo scrive:

    QUALCHE ORA SUGLI SCI DI FONDO…
    ==================================
    ieri ho trascorso una giornata in pieno sole al terminillo sugli sci di fondo…
    una neve bianchissima… un cielo azzurro cupo… una temperatura calda ma non troppo… una scorrevolezza buona… una buona compagnia…
    … … …
    sono passate tre ore senza accorgersene…
    … … …
    poi ho avuto modo di sperimentare ciò che sostiene ajahn sumedho…
    la sofferenza di una cosa piacevole che finisce… l’ansia di ritornare appena possibile…
    però vi assicuro che in quelle poche ore è stato “consapevolemente piacevole”…
    ogni bene, sudhammo

  18. bianca scrive:

    Caro Sudhammo mi era chiaro il concetto, credo di averlo sentito da qualcuno e il voto merita rispetto! Intendevo rivolgermi personalmente, e al momento che si presentava l’opportunita’ ho sempre fatto un passo indietro per imbarazzo!
    Sono certa che leggono questo blog e che accolgono i contenuti positivamente!
    Dall’elenco come dici tu di Tana oggi, da Buddhisti come nel nostro caso cio che e’ ovvio e’ la moltitudine di persone che soffrono di rabbia, rancore, esaltazione, malevolenza e via dicendo infinitamente!
    Li riconosciamo oggi, come certamente non avremo saputo fare prima.
    Bianca

  19. Sudhammo scrive:

    HO PROVATO
    ===========================================
    bianca scrive: ” … molte volte avrei voluto io stessa domandare ad un monaco come si potesse sentire nei riguardi dei cambiamenti di umore o altro … ”

    cara bianca,
    tu non sai quanto mi sarebbe piaciuto che i monaci – specie quelli residenti al Monastero Santacittarama, che frequento abitualmente e che quindi mi ci relaziono – avessero partecipato, portando sia la loro esperienza dal loro particolare punto di vista, sia aggiungendo con le loro parole delle perle di insegnamento…
    mi raccontavano che hanno avuto esperienze negative nel passato dalla partecipazione a qualche blog… probabilmente, anzi molto probabilmente o certamente, non era protetto e filtrato.
    quindi si sono visti recapitare dei commenti offensivi e denigratori. tutto gratuito.
    alla fine di ciò hanno deciso che non avrebbero mai più partecipato ne attivamente ne passivamente.
    ho qualche certezza che leggono questo blog, anche xkè conoscono questa realtà; ma avendo fatto voto di “non partecipazione” dovrai rimandare le tue domande a quando frequenterai il monastero, magari durante un intensivo di studio e pratica…
    ogni bene, sudhammo

  20. bianca scrive:

    Ciao Sudhammo, la spensieratezza non fa parte della mente umana intesa come stabile, sono attimi che fuggono via velocemente. Forse nei bambini ancora inconsapevoli esiste! I pensieri ossessivi sono per appunto le proliferazioni, alle quali se si da spazio ci travolgono! Ogni giorno si presenta qualcosa o qualcuno ad innesacare vuoi o no questo maccanismo!
    Anch io come te cerco la calma nella meditazione e anche semplicemente appartandomi ad esercitare la respitazione, allentando il peso dei pensieri che noi stessi creiamo!
    Sembra casualita ma domani si sposa mio fratello e non potro’ essere presente al matrimonio quindi anche se metabolizzata abbastanza, nel senso che nn sto qua a strapparmi i capelli, ma una sorta di pensiero che altalena tra il lascio andare e recupero felicita’ e tristezza! Oggi non vivo la mia giornata con chiarezza, la mia mente e’ opaca, ne prendo coscenza e ci lavoro su! Nelle sensazioni positive che negative ho almeno conquistato il controllo degli estremi niente disperazione, niente esaltazione per troppa felicita’! NON siamo soli, anche i nostri monaci hanno i loro scogli quotidiani! Hai formulato quella domanda ad ajahn sumedho, e molte volte avrei voluto io stessa domandare ad un monaco come si potesse sentire nei riguardi dei cambiamenti di umore o altro. Rapportarci con loro che sono i nostri insegnanti e’ di estremo aiuto nel percorso!
    Con Metta
    Bianca

  21. Sudhammo scrive:

    I pensieri ossessivi… i problemi ossessivi… quelli che ti si mettono nella testa tutta la giornata –quando basta- e che prendono tutta l’attenzione delle nostre forze psichiche come se fossero solo loro ad aver diritto di vivere…
    Quante volte ci si ritrova a dover pensare ad una cosa sola… senza mai trovare ne soluzione alla questione che ci ronza, ne modo di liberarsene in quanto irrisolvibile…
    Quante volte ci si trova nell’angoscia che ci genera un pensiero o una preoccupazione che ci toglie la luce davanti e ci fa vedere tutto buio e irrisolvibile…
    Devo raccontarvi che sono difficili da risolvere, ma la meditazione… il “lasciar andare” mi è sempre venuto a supporto… e queste ossessioni diventano meno ossessive, meno aggressive e laddove sono poco importanti le ho viste dissolversi.
    Sono tecniche di pratica… -non vorrei sminuire la pratica ad un mero tecnicismo, ma solo per far comprendere un meccanismo mentale- che ci sostengono nell’affrontare le situazioni del “quotidiano” che spesso si presentano complesse da gestire, che alcune volte ci appaiono irrisolvibili.
    Che dire poi quando la sofferenza si nasconde in atteggiamenti subdoli? Ne vogliamo parlare?

    Ogni bene, Sudhammo

  22. Sudhammo scrive:

    L’elenco… sembra per alcuni versi “quasi ovvio”… ma personalmente non lo era affatto fino a qualche tempo fa. Credevo che avere questi “stati d’animo” fosse del tutto naturale… e lo è, non hanno cambiato quindi la loro natura, ma è quel che viene appresso che merita attenzione… è qui che si rivela la vera natura della sofferenza.
    Gli stati d’animo negativi ci generano sofferenza… così come gli stati d’animo positivi generano anche loro sofferenza. Avendo acquisito una certa sensibilità grazie alla meditazione, attraverso l’attenzione all’oggetto meditativo, mi accorgo meglio della sofferenza che sorge sia in me che nelle persone accanto a me quando si è sottoposti a questi stati d’animo. Se negativi, soffriamo perché desideriamo che finiscano presto; se sono positivi, soffriamo perché vorremmo che durasse più a lungo possibile. Ma la sofferenza si presenta sotto molte forme, nascondendosi molto bene specialmente negli stati d’animo positivi.
    Quando il Venerabile Ajahn Sumedho venne in visita al Monastero Santacittarama, ebbi il coraggio di porgli la domanda per sapere se lui, dopo una vita dedicata alla vita monacale del suo livello avesse trasceso e risolto la sofferenza. Mi aspettavo una disquisizione lunga e articolata, per spiegare che la sofferenza è dura da trovare, vedere e risolvere; invece mi rispose semplicemente… “Ogni giorno soffro quando sta per arrivare l’ora del pranzo…”. Illuminante per far comprendere che la sofferenza esiste a prescindere dalla vita che scorre, e che la si può e la si deve riconoscere in ogni cosa accade nell’arco della giornata.
    La chiave sta nel non farsi travolgere, ne fisicamente ne, tantomeno, psicologicamente.

    Ogni bene, Sudhammo

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