Kamma, la nostra bilancia

Quante volte ci siamo ritrovati con noi stessi a rimuginare sulle nostre azioni passate, ipotizzando come sarebbe stato se in quel momento avessimo scelto di fare… di dire… di agire… in un altro modo.

Quante volte ci siamo soffermati sull’esito delle nostre azioni, con stupore per quanto bene siamo riusciti a fare per qualcuno… con rammarico per quanto dolore abbiamo creato, a volte anche involontariamente…

Le nostra azioni formano il nostro kamma… le nostre azioni sono il nostro kamma…
Quindi il kamma è la risultanza di quel che siamo, di come siamo, di cosa facciamo…
Inutile recriminare contro qualcuno o contro qualcosa se il nostro kamma non ci piace: altro non è che lo specchio nel nostro essere interiore.

Tralasciamo per un attimo di pensare di essere dei praticanti buddhisti; se solo, come semplici esseri umani, riuscissimo a vivere utilizzando il nostro buon senso saremmo già un bel pezzo avanti, sarebbe una società diversa, sarebbero rapporti umani definibili “veramente umani”.

Ma abbiamo visto che il buon senso non basta, abbiamo capito che non è sufficiente, perchè non ci fornisce quella spinta in più per andare oltre… per acquisire quella velocità – o quella pacatezza – che ci permette una progressione nel nostro “modo di essere” interiore.
Questa spinta ci viene dalla cura che mettiamo nei Cinque Precetti, che ci ispirano nelle nostre azioni quotidiane… dalla cura che mettiamo nell’attuare le Quattro Nobili Verità. 
I buoni consigli che vengono dai Cinque Precetti sono il preambolo per quelle azioni che alimentano il nostro volano interiore in “positività” o in “negatività”.

Azioni virtuose… kamma virtuoso…
Azioni scellerate… kamma scellerato…

Ogni bene, Sudhammo

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8 risposte a Kamma, la nostra bilancia

  1. Sudhammo scrive:

    CASUALITA’ O CAUSALITA’ ?
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    molte volte accadono cose che sembra siano casuali…
    senza mai pensare o ipotizzare che potrebbero avere un legame con il nostro essere esteriore e interiore di quel momento della nostra vita, cioè causali…
    ecco un esilarante video che mi è stato inviato da jayamano su questo argomento.
    buona visione

    http://www.youtube.com/watch?v=F6HOa_XiHuM&feature=fvwrel

    ogni bene, osvaldo sudhammo

  2. bianca scrive:

    Ieri sono rientrata nel mondo di chi pensa fuori. A confronto con le persone, e all’esterno c’e un un mondo di dolore e sofferenza. Qua si parla inesorabilmente troppo. Riscontro probabilmente perche’ sono riservata un mancato rispetto nei confronti degli esseri, tanto egoismo e superficialita’ nel menzionare cose che non riguardano direttamente e farne piazza come sul banco di in mercato. Una donna della mia eta’ molto conosciuta ieri si e’ tolta la vita ed e’ sulla bocca di tutti. Io spettatrice silente dello svisceramento della sua vita, i suoi sentimenti e il tanto odiato si dice che fosse, che facesse, etc etc.
    Ho pensato “gente di paese”. Con le malelingue che superano di gran lunga chi invece ha rispetto!
    Non certo per una sorta di fuga, tu mi conosci, ma in queste circostanze vorrei vivere in un eremo e contornarmi solo di persone con le mie stesse idee e lavorare con piu’ impegno, praticare, adoperando la vita ad evolversi a favore degli altri e personalmente.
    Il 4 e 5 agosto ho l’opportunita’ di partecipare ad un corso di reiki tenuto da una maestra qua in zona. E’ una esperienza che voglio fare, con le mie amiche. Imparero’ qualcosa di nuovo, mi piace studiare e quindi perche’ no!
    Con metta
    Bianca

  3. Sudhammo scrive:

    ECCO GLI ALTRI SIGNIFICATI…
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    1 sf – consapevolezza di se stesso, delle proprie azioni, dei propri scopi
    2 sf – sentimento che ciascun individuo ha dei valori morali; criterio di giudizio del bene e del male; dirittura morale
    3 sf – impegno, serietà nel compiere il proprio dovere o nell’eseguire un lavoro
    4 sf – sensibilità per determinati problemi che implichino un rapporto tra individuo e società

    ogni bene, sudhammo

  4. Sudhammo scrive:

    C’E’ CHI LA CHIAMA COSCIENZA…
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    sfogliando il dizionario della lingua italiana, cercando la parola “coscienza” si legge:
    ” … 1 sf – consapevolezza di se stesso, delle proprie azioni, dei propri scopi … ”
    simpatico, vero?
    quella che nel “mondo cattolico” si chiama coscienza ha lo stesso valore e significato intrinseco del vocabolo kamma del “mondo buddhista”.
    avere la coscienza a posto… cioè essere certi di essere stati coerenti con i cinque precetti…
    avere la coscienza sporca… cioè essere certi di avere rotto qualcuno dei cinque precetti…
    in poche parole, c’è -e sono certo che c’è- una qualche “entità” che è dentro di noi che muove “l’ago della bilancia” del nostro interiore, quando -consapevolmente- ci rendiamo conto della bontà o della malvagia delle nostre azioni, parole, pensieri…
    per fortuna che ci è stato insegnato il “lasciare andare”, anche se i rimorsi di coscienza, i sensi di colpa, delle volte ci attanagliano e ci rendono la giornata strana, pesante, invivibile…
    prendere coscienza dei cinque precetti… farli propri… capirli… seguirli…
    e tutto sembrerà… apparirà… diventerà… più leggero, fresco, simpatico, divertente…
    ogni bene, sudhammo

  5. Pingback: Kamma sutta | la panchina del monastero

  6. Sudhammo scrive:

    IL CONTO CORRENTE
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    adoro come ajahn chah spiega concetti molto complessi di dhamma utilizzando esempi molto semplici che fanno riferimento a questioni di vita quotidiana molto spicciola.
    nel mio trascorso lavorativo, ho avuto modo di sperimentare l’insegnamento, tenedo dei corsi su una materia dove le persone che avevo davanti ne erano completamente ignare e che nel giro di poco tempo avrebbero dovuto utilizzare l’argomento del corso per il loro lavoro quotidiano.per spiegare certi concetti che sarebbero stati incomprensibili, utilizzavo anche io esempi di vita quotidiana, facendo molto riferimento al menage casalingo.
    tutto questo per dire che l’immagine che molte persone hanno del “kamma” è come se fosse un conto corrente bancario in valuta estera.
    le azioni “buone” sono i versamenti, le azioni “cattive” sono i prelievi, poi c’è la quotazione della valuta che sembrerebbe indipendente dai movimenti contabili: e qui inizia il lamento che il kamma è buono… il mio kamma è cattivo… e non posso farci nulla xkè dipendente da altri…
    ma non è così: sembra dipendere da altri, ma gli altri sono coloro che in qualche modo ci scegliamo, che prendiamo come conoscenza… in parole povere, sono sicrone a noi. così come la valuta estera del conto corrente è stata scelta da noi…
    personalmente non mi sono mai preoccupato troppo del mio conto corrente karmico…
    piuttosto invece mi sono sempre preoccupato di essere “coerente” con me stesso nell’aver riconosciuto la veridicità dei cinque precetti e quindi lo sforzo continuo e costante nell’applicarli nella mia quotidianità.
    alle volte va bene, alle volte va male: ho imparato -specie quando va male- a non preoccuparmi troppo se le mie azioni erano coscienti e in linea con gli insegnamenti, sperando che il tempo avrebbe chiarito gli eventi.
    così, le cose di cui mi “devo perdonare” non aumentano a dismisura, e riesco a mantenere quella coerenza che mi sostiene.
    a volte mi verrebbe da dover rinunciare alla mia coerenza, ma realizzo che il do0verci rinunciare sarebbe più frustrante che tenerla, anche a costo di rimetterci qualcosa… ma mantenere quella chiarezza di azione e di pensiero che resta cristallina nel tempo ai miei occhi e a quelli degli altri.
    il kamma? alla fine dei miei giorni farò il saldo del conto corrente e vedrò se devo dare o se c’è qualche risparmio per la prox vita… non è problema attuale.
    ogni bene, sudhammo

  7. bianca scrive:

    Ogni giorno, mi soffermo a riflettere sulle mie azioni e a volte a proliferarvi sopra, per capire come mi sto comportando, se ho fatto bene oppure male.
    Mi sono impegnata sempre tanto mettendomi in discussione se involontariamente ho causato dolore e sofferenza, portanto dentro di me, senso di colpa, talvolta compulsivo. Essendo il Kamma, il risultato delle nostre azioni, di cio che siamo, causa di noi stessi, mi sento oggi, su una strada che percorro con semplicita’ e costanza, perche’ ogni giorno io possa essere soddisfatta di me. Sono stata molto fragile e debole in alcune fasi di questa vita, ho sempre perdonato ma sono stata perdonata e compresa poco per scelte che ho fatto non condivise e questo mi faceva sentire in errore, considero certamente la possibilita’ di non essermi posta nella maniera giusta nei confronti altrui. Ho capito col tempo e sacrificio interiore, sviscerando quanto piu a fondo ero capace, di non essere una brutta persona. Oggi sono serena con me stessa, e nelle relazioni. Ricevere gratifica ma avere una naturale compassione e benevolenza da dare, gratifica molto di piu, ne consegue a sua volta la gratificazione alla quale sarebbe giusto per tutti gli esseri attingere. I cinque precetti e l’ottuplice sentiero sono per noi tutti seguaci del Dhamma, la strada che ci aiuta a vivere con attenzione continua e consapevolezza, per sconfiggere i nostri fantasmi, diminuire la sofferenza, ed apprezzarci per cio’ che siamo.
    Con Metta
    Bianca

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