La Terza Nobile Verità è che esiste una emancipazione, una liberazione, la liberazione dalla sofferenza, dalla continuità di dukkha.
E’ chiamata la Nobile Verità della Cessazione del Dukkha (Dukkhanirodha-ariyasacca), che è il Nibbana, forse più noto con il termine Nirvana.
Per eliminare completamente il dukkha, se ne deve emilinare radicalmente la “sete” (tanha).
Ecco perché viene anche definita Tanhakkhaya, cioà l’Estinzione della Sete.
Ma cosa è il Nibbana?
Molto è stato scritto per dare un significato e una risposta a questa domanda che sorge naturalmente e semplicemente quando ci si addentra nella pratica buddhista: qualsiasi risposta sia stata data ha più confuso la questione piuttosto che derimerla.
La sola risposta ragionevole a tale domanda è che non le si può rispondere, perché il linguaggio umano è troppo povero per esprimere realmente la natura della Verità Assoluta, dell’Ultima Realtà che è il Nibbana.
Il linguaggio è stato creato e ancor utilizzato dalla massa degli esseri umani per esprimere cose e/o idee di cui hanno avuto esperienza per mezzo dei sensi e della mente.
Una esperienza sovrumana come la Verità Assoluta non appartiene a questa categoria. Ecco perché non ci sono parole per esprimere correttamente tale esperienza.
Le parole sono dei simboli che rappresentano cose e idee che ci sono familiari; questa simbologia non può rappresentare la vera natura delle cose, anche se molto comuni.
Si deve comprendere che il linguaggio illude, inganna quando si tratta di comprendere la Verità.
Il Lankavatara-sutta dice che gli ignoranti si lasciano invischiare nelle parole come un elefante nel fango.
Non potendo rinunciare all’uso del linguaggio, se si dovesse esprimere e spiegare il Nibbana in termini positivi, si rischierebbe immediatamente di attaccare un’idea associata in quei termini, la quale potrebbe essere esattamente l’opposto.
Per questo motivo generalmente si impiegano delle espressioni negative nel significato, risultando così meno pericoloso.
Quindi si fa riferimento…
- alla “estinzione della sete”,
- al “non composto”,
- all’ “incondizionato”,
- all’ “assenza del deisderio”,
- alla “cessazione del desiderio”,
- all’ “estinzione”,
- al “soffiar via”.
tratto dal libro “L’insegnamento del Buddha” di Walpola Rahula
Ogni bene, Sudhammo
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