La gioia compartecipe non è giudicante: gli altri possono scegliere di vivere in modi molto differenti da come viviamo noi, possono fare cose in modo diverso da noi, possono trovare felicità in cose che a noi non ne porterebbero un granché.
- Siamo capaci di lasciare che la vita delgi altri sia diversa dalla nostra e sentirci felici per loro?
- Siamo in grado di rallegrarci se la loro felicità cresce, in qualsiasi modo ciò accada?
Se le persone sono autenticamente contente del proprio modo di fare o del proprio stile di vita, non c’è bisogno di imporre i nostri modelli.
Se gli altri non stanno facendo del male a se stessi o agli altri, possiamo essere abbastanza generosi da provare gioia per loro?
Questa è la pratica della mudita.
Questo ho udito dal Maestro Corrado Pensa
Ogni bene, Osvaldo Sudhammo