blog associato: buddhismo del quotidiano
Agli uomini e alle donne d’affari dico in generale che non c’è nulla di male ad avere spirito di competizione, se consiste nel pensare: “Voglio dare il meglio di me, voglio arrivare al vertice come altri”.
Invece non è ammissibile che, per primeggiare, si impedisca agli altri di riuscire adottando i sistemi più vili, tradendoli e calunniandoli, talvolta addirittura uccidendoli.
Riflettiamo sul fatto che anche i nostri concorrenti sono esseri umani, con i nostri stessi diritti e i nostri stessi bisogni. Come vi dirò quando parlerò dell’invidia, dobbiamo pensare che fanno parte della nostra società. E se hanno successo, tanto meglio anche per noi.
L’unico atteggiamento combattivo accettabile è quello di riconoscere i propri talenti e di lavorare con incrollabile determinazione dicendosi: “Io sono capace quanto gli altri, ce la farò anche se nessuno mi aiuta”.
tratto dal libro: I consigli del cuore
Ogni bene, Osvaldo Sudhammo