Settimo esercizio

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Nel settimo esercizio siamo consapevoli di tutte le sensazioni:

Inspiro e sono consapevole delle sensazioni che sono in me.

Espiro e sono consapevole delle sensazioni che sono in me.

Nel settimo esercizio pratichiamo la consapevolezza delle sensazioni, usando la presenza mentale per essere in contatto con ciò che sta accadendo.

Se proviamo una sensazione gioiosa, siamo profondamente consapevoli di questa sensazione e così continuiamo a nutrirla. Ad esempio, se state mangiando un’arancia, siete davvero consapevoli del suo dolce sapore.

Se, però, mangiando quell’arancia siete gelosi o arrabbiati con qualcuno, il dolce spicchio d’arancia è come un fantasma, in quanto non lo potete assaporare pienamente.

La presenza mentale può riguardare anche cose negative: un collega, ad esempio, vi offre dell’alcol e mentre bevete vi rendete conto del danno che può causare al fegato e alla mente.

Grazie alla presenza mentale potete iniziare a capire come rifiutare ciò che danneggia il vostro benessere. Se, invece, siete assaliti dalla gelosia, potete riconoscerla e dire: “Mia piccola gelosia, so che ci sei”, senza criticare o giudicare quella sensazione.

In questo esercizio siete semplicemente consapevoli delle sensazioni: il dolce spicchio d’arancia, la gelosia, l’alcol. Se non lo foste, potreste berne molti bicchieri, o pronunciare parole crudeli a causa della vostra gelosia.

Senza presenza mentale si possono fare molte cose dannose. Essere consapevoli: è facile a dirsi, ma non è affatto una pratica semplice. Pratichiamo allora con una comunità in cui ci si sostenga l’uno con l’altro. Per riuscire a sostenere la presenza mentale di altri fratelli e sorelle nel Dharma, esercitate voi stessi alla piena consapevolezza di ciò che sta succedendo nel vostro corpo e nella vostra mente.

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