Undicesimo esercizio

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Nell’undicesimo esercizio concentriamo la mente:

Inspiro e concentro la mente.

Espiro e concentro la mente.

Concentrare la mente significa che quando si manifesta in noi una formazione mentale usiamo la consapevolezza per abbracciarla.

Quando c’è presenza mentale, c’è anche concentrazione.

Se abbracciamo più a lungo una formazione mentale, positiva o negativa, riusciamo senza sforzo a guardare in profondità nella sua natura, generando in noi saggezza, comprensione risvegliata. Non dobbiamo fuggire davanti a una formazione mentale, bensì trattarla con la stessa cura di un ricercatore che è consapevole dell’oggetto della sua ricerca, o come uno studente di matematica che fa sì che la concentrazione abbracci gli esercizi a cui si sta dedicando.

Se cerchiamo di fare degli esercizi di matematica mentre guardiamo la televisione non avremo sufficiente consapevolezza e concentrazione. Per riuscire a guardare nelle nostre formazioni mentali, nell’ansia, nella tristezza, nella gelosia, nella solitudine, dobbiamo entrare in uno stato di profonda concentrazione.

Sono emozioni che ci fanno soffrire e abbiamo bisogno di abbracciarle.

La tendenza che abbiamo, invece, è opposta: vediamo che ci mettono a disagio e cerchiamo di sfuggirle. Ora, però, siamo determinati ad abbracciarle.

A tale scopo usiamo la presenza mentale e la concentrazione. Se non le abbracciamo, se non le osserviamo, non potremo mai liberarcene. Se riusciamo a guardare, a riconoscere le formazioni mentali, e a vedere che sono la radice della nostra sofferenza, diventa più semplice lasciarle andare.

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