La gioia suprema
La fame è il più grave dei mali
l’essere soggetti a condizioni
fonte primaria di disperazione.
Vedendo le cose per quello che sono
chi è saggio trova la libertà, gioia suprema.
Dhammapada strofa 203
Il nostro Maestro, il Buddha, comprese che la fonte della suprema felicità è conoscere la vera natura dell’esistenza e non la lotta per gratificare le nostre predilezioni. Le predilezioni condizionate esistono per tutti gli esseri, sia per quelli liberati che per quelli smarriti e confusi. Il nostro lavoro spirituale consiste nel vedere tutte le condizioni per quello che realmente sono – la naturale attività dell’esistenza – e non restare intrappolati in questa attività. La tentazione è di cercare di aggrapparci alle condizioni che corrispondono alle nostre preferenze e liberarci di quelle contrarie. Questa inutile ricerca porta a una costante delusione; al massimo, riusciamo a gratificare le nostre predilezioni una volta ogni tanto. Il Dhamma ci insegna che la vera via della soddisfazione sta nel lasciar andare le preferenze attraverso la comprensione. È questa retta comprensione che porta alla gioia.
Con Metta,
Bhikkhu Munindo
(Ringraziamenti a Chandra per la traduzione)