Luna piena – 8.dicembre

Consapevolezza del puro conoscere privo di un sé 

Dall’inizio dei tempi,
vengono criticati
quelli che parlano troppo,
quelli che parlano troppo poco
e quelli che non parlano affatto.
Tutti in questo mondo sono soggetti a critiche.

Dhammapada strofa 227

Essere criticati può ferire. Fa male il senso di fallimento.
Visto che non c’è modo di affrontare la vita, sia senza essere criticati che senza provare un senso di fallimento, abbiamo sicuramente bisogno di imparare come accogliere il male senza trasformarlo in sofferenza.
Male è sinonimo di dolore e tutti gli esseri senzienti fanno esperienza del dolore.

Il Buddha provò il dolore anche se non gli provocò sofferenza.
Nemmeno avere a che fare con monaci problematici o il disagio della vecchiaia e della malattia disturbarono la sua nitidezza e appagamento interiori.
Dal suo Risveglio in poi, la coscienza del Buddha fu libera da ogni tendenza a cercare la sicurezza nell’abituale attaccamento al corpo-mente.

Se vogliamo smettere di trasformare il dolore inevitabile della vita in sofferenza, dobbiamo imparare a fare lo stesso.
Dobbiamo smettere di cercare un senso d’identità nell’attaccamento e comprendere che la vera sicurezza può essere trovata solo nella consapevolezza del puro conoscere privo di un Sé.

Con auguri di ogni bene,

Bhikkhu Munindo

Ringraziamenti a Chandra per la traduzione.

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