Sono inclusi altri tre fattori dell’Ottuplice Sentiero:
- retto sforzo,
- retta onsapevolezza,
- retta concentrazione
Il retto sforzo è l’energica volontà…
- di prevenire il sorgere di stati mentali cattivi e malsani,
- di sbarazzarsi di quegli stati negativi che siano già sorti in noi,
- di far nascere degli stati mentali buoni e sani che ancora non esistono,
- di sviluppare e portare alla perfezione gli stati mentali buoni e sani che già esistono.
La retta consapevolezza consiste in un’attenzione vigile, nell’essere coscienti…
- delle attività del corpo,
- delle sensazioni e delle emozioni
- delle attività della mente,
- delle idee, dei pensieri, delle concezioni e delle cose.
La pratica della concentrazione sul respiro (anapanassati) èun esercizio ben conosciuto per quanto riguarda il corpo e che è ben praticato in vista dello sviluppo mentale. Ci sono diversi modi di sviluppare l’attenzione in relazione al corpo, come la meditazione.
Per quanto concerne le sensazioni e le emozioni, si deve essere pienamente coscienti di tutte le loro forme piacevoli, spiacevoli o neutre, come esse appaiono e come scompaiono in ognuno di noi.
Per quanto concerne le attività mentali, ci si deve render conto se la mente è piena di desideri sensuali o no, se si abbandona all’odio o no, se si lascia ingannare da un’illusione o no, se è distratta o al contrario è concentrata, etc.
In questo modo se deve essere consapevoli di tutti i movimenti della mente e si devono ravvisare le modalità di apparizione e sparizione.
In ultimo, per quanto concerne le idee, i pensieri, i concetti e le cose, si deve conoscere la loro natura, come appaiono e come scompaiono, come si sviluppino, come siano soppresse o distrutte, e così via…
La retta concentrazione conduce ai quattro stadi di jhana, genralmente designati come trance o raccoglimento.
Al primo livello del jhana si abbandonano i desideri passionali, certi pensieri malsani come la concupiscenza, la malevolenza, il torpore, le inquietudini, l’eccitazione e il dubbio, ma sono conservati i sentimenti di gioia e di felicità, così come una certa attività mentale.
Al secondo livello del jhana tutte le attività mentali spariscono, viene sviluppata la tranquillità e la concentrazione della mente su “un punto”, i sentimenti di gioia e di felicità sono ancora conservati.
Al terzo livello di jhana il sentimento di gioia,che è una sensazione attiva sparisce, mentre rimane la disposizione alla felicità unita a un’equanimità cosciente.
Al quarto livello di jhana tutte le sensazioni, anche quelle di bene o di male, di gioia o di dolore, spariscono; rimangono solo la pura equanimità e la pura consapevolezza.
Così la mente è educata e disciplinata.
dal libro “L’insegnamento del Buddha” di Walpola Rahula
Ogni bene, Sudhammo